In via Anelli, dal civico 90 fino all’incrocio con via Sant’Antonio, si trova un tratto di muro che costituiva la base di un’antica insula romana. Lungo circa 20 metri, il muro è caratterizzato da un’alternanza di mattoni e pietre squadrate disposti in maniera romboidale. Questo frammento, privo di intonaco, rappresenta le fondamenta delle abitazioni moderne, rivelando l’organizzazione urbanistica dell’antica Histonium.

Si tratta di un frammento di circa 20 metri di muro romano che costituisce la base di tutti i caseggiati di questa zona di Vasto, in cui ritroviamo non solo l’impianto viario della città romana, ma anche le fondamenta delle case che sono state ricavate sulle precedenti insulae dell’antica Histonium, i caseggiati in cui viveva il popolo all’interno delle mura cittadine.

Non è possibile datare esattamente le mura dell’Insula romana che vediamo.

Non sappiamo se risalgano alla fondazione della città nel I secolo d.C., oppure se siano successive, come lascia credere la tecnica utilizzata. Essa vede l’alternarsi di strati in mattone con strati in pietra squadrata.

Questa tecnica, chiamata Opus Mixtum, nasceva dall’unione dell’Opus Testaceum, in cui venivano utilizzati esclusivamente mattoni in argilla, con l’Opus Reticolatum, in cui la muratura era composta da pietre squadrate, legate con malta e disposte con la caratteristica posa a rombi.

Se alziamo lo sguardo e guardiamo la prospettiva della strada, possiamo immaginare che in epoca romana non doveva essere tanto diversa da come appare oggi. La larghezza della via, una dei decumani minori della città, e l’altezza dei caseggiati, dovevano essere simili a quelle attuali.

Via Anelli è una delle strade che hanno conservato pressoché alla perfezione il tracciato romano. È divisa in due dal Cardo Maximus, l’attuale Corso Palizzi. Insieme agli altri decumani, formava la struttura viaria all’interno della quale gli isolati abitati erano disposti per scamna.

Questa struttura è quella propria della parte più settentrionale della città romana, quella che termina con il Decumanus Maximus, l’attuale Corso Dante Alighieri.

Nella parte più meridionale della città di epoca imperiale, la struttura viaria cambia e la disposizione degli isolati, posti tra più cardi minori, è detta per strigas.

Purtroppo, a causa del succedersi delle invasioni successive alla caduta dell’Impero Romano, e del riutilizzo delle strutture in più epoche storiche, oggi è difficile farsi un’idea precisa di come doveva essere la città di Histonium.

Questo angolo, curiosamente conservatosi nelle proporzioni originali, ci aiuta quantomeno ad avere una suggestione di come dovesse apparire, a chi vi fosse giunto poco meno di duemila anni fa.